È difficile trovare qualcosa che rappresenti la Sicilia, la sua storia e la sua complessa identità, meglio della Trinacria.
Questo simbolo dalle origini antichissime, in parte ancora avvolte dal mistero, è infatti il risultato finale delle influenze di così tanti popoli, da rappresentare alla perfezione una terra che dell’essere crocevia di culture diverse ha fatto l’essenza della propria identità.
“Trinacria” è un nome relativamente recente se pensiamo alla storia del simbolo da cui è nata, il cosiddetto “triscele”, una figura formata da tre spirali che confluiscono in un unico punto centrale.
Il triscele era un simbolo molto diffuso tra le antiche popolazioni sia europee che orientali, dal forte carattere religioso e dal valore propiziatorio, spesso associato al sole.
Non si sa con certezza come la trinacria - o meglio, il triscele - sia arrivato in Sicilia. I greci erano sicuramente tra le popolazioni che lo utilizzavano, ma esistono delle tracce della sua presenza sull’isola che sono antecedenti al loro arrivo.
Sappiamo però che il nome Trinacria deriva dal greco Trikeles (che significa tre promontori e si riferisce a quelli siciliani del Peloro, del Passero e del Lilibeo) e dal latino Triquetra (tre vertici). Il nome è un chiaro riferimento alla forma triangolare dell’isola, motivo per cui l’associazione geografica fra Trinacria e Sicilia diventerà sempre più forte fino a costituire una vera e propria identificazione reciproca.
Qual è quindi il significato della trinacria oggi? Quante e quali sono le diverse influenze che ha assorbito e fatto sue nel corso della sua lunga storia?
All'inizio il simbolo era semplicemente formato da tre gambe collegate a un punto centrale. La testa è arrivata solo successivamente ed era un simbolo greco chiamato gorgoneion, che rappresentava una delle Gorgoni (in questo caso Medusa, la più famosa) con funzione scaramantica. I serpenti invece, lungi dall’essere associati al peccato e al male, sono retaggio di una tradizione siciliana più antica che considerava questo rettile come simbolo di prudenza e saggezza.
Insieme ai serpenti, dalla testa della Gorgone spuntano anche delle spighe, che si riferiscono tradizionalmente alla fertilità dell’isola, mentre le ali simboleggiano l'eternità del tempo.
Dal 2000 la trinacria è stata adottata dal Parlamento Siciliano e si trova al centro della bandiera con i colori rosso e giallo che le fanno da sfondo. I colori sono un riferimento a Palermo (rosso) e Corleone (giallo), le prime due città che si ribellarono nel 1282 durante i Vespri Siciliani. Questo episodio storico rappresenta anche la prima volta in cui la bandiera siciliana con la Trinacria fece la sua comparsa.
Anche se la Trinacria ha ormai perso la sua funzione religiosa, conserva ancora il valore scaramantico di “portafortuna”. Proprio per questo, la ritroviamo come fonte d’ispirazione per artigiani e artisti, che la scelgono come mezzo per raccontare la loro terra e le sue antiche tradizioni.
La forza di questo simbolo, la sua capacità di reinventarsi e di riproporsi - nuovo e antico allo stesso tempo - è uno dei motivi per cui esso rappresenta una fetta così importante dell’identità e dell’eredità dell'isola, una sintesi perfetta della capacità della Sicilia di assorbire dalle fonti più disparate e trarne fuori qualcosa che risulti autenticamente siciliano.
Foto copertina: source siciliastoriaemito.altervista.org